Buongiorno Dott. Focchi,
le scrivo perché sono profondamente turbato da un forte senso di colpa dopo una decisione importante che ho preso di recente. Ho scelto di trasferirmi per seguire una nuova opportunità lavorativa in un’altra città, pur sapendo che ciò avrebbe implicato lasciare i miei genitori anziani senza il mio supporto quotidiano. Mio fratello ora si occupa di loro da solo e, nonostante la mia decisione sembrasse giusta per il mio percorso personale, non riesco a liberarmi dal rimorso di aver abbandonato la famiglia. Vorrei capire come gestire questo senso di colpa e se esistono modi per trovare equilibrio tra le mie esigenze e quelle degli altri. La ringrazio per il suo tempo e la sua attenzione, F.M. >Gentile F.M. La situazione che mi descrive non sembra implichi particolari conseguenze pratiche. I suoi genitori sono anziani, ma autosufficienti. Naturalmente richiedono probabilmente un minimo di assistenza, ma sono attenzioni che, mi dice, suo fratello può dedicare loro. Si tratta dunque del suo senso di colpa, che sorge in modo indipendente da una situazione reale che ne sia la vera causa. Bisognerebbe dunque considerare le ragioni di quel senso di colpa atavico che fa da lente d’ingrandimento per la situazione attuale. Può tentare lei stesso di ripercorrere la sua storia e la sua vita per capire cosa in lei amplifica in tal modo la percezione della colpa. Certo, non è facile vedere se stessi come fosse dall’esterno. È il motivo per cui, se le sembra di non riuscire a venirne a capo, il suggerimento può essere quello di ricorrere all’aiuto di uno specialista che, offrendole l’appoggio di un punto di vista esterno, la metta in grado di vedere dove lei stesso, con il suo sguardo naturale, non riesce a penetrare. Un cordiale saluto Marco Focchi
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Maggio 2021
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