![]() Emilia Cece Lettura di L'inconscio algoritmico e l'amore, di Marco Focchi Il testo di Marco Focchi, raccoglie le conferenze più importanti degli ultimi sei anni, si presenta come una sinfonia ed è dunque, un testo che si fa ascoltare. Da Milano a Parigi, da Ravenna a Plovdiv, da Madrid a Napoli, a Siviglia, a Bologna, raccoglie l’eco della psicoanalisi lacaniana nel mondo. Scorrendone la partitura, si può notare subito, dall’Overture, che l’opera procede come in dispersione caleidoscopica, ma tra le parti si nasconde il filo che le conferisce una sua specifica struttura unitaria, una cornice nella quale si può inquadrare la ricerca più attuale dell’autore. Marco Focchi punta a trovare un luogo nuovo per la psicoanalisi e le fa spazio nelle angustie vie della modernità confidando nella pratica clinica. Si adopera per decostruire i significanti padroni e gli assoluti teoretici, cerca nuove chiavi d’accesso alla libertà del desiderio per sbloccarne i punti di arresto sciogliendo nodi di godimento per ricostruire nuovi assemblaggi.
Dunque, possiamo ascoltare e leggere la partitura di questa sinfonia decostruita, come potremmo leggere una sinfonia di Karlheinz Stockhausen, forse non a caso, visto che tra i musicisti fu pioniere e sperimentatore dell’uso dell’algoritmo nella musica elettronica per la composizione seriale e la spazializzazione. Il punto di partenza di Focchi è l’inconscio algoritmico che si può reperire nell’ articolazione tra l’antico ed il contemporaneo, tra cielo e terra, tra scienza linguistica ed antropologia, nelle formule letterali che rubando qualcosa alla matematica concedono una pausa dal rigore assoluto. Il punto di arrivo è l’amore, la sua possibilità, il suo ruolo nel congiungere ciò che appare disarticolato. Se il leitmotiv dell’ultimo insegnamento di Lacan induce ad elaborare vie di supplenza a partire dal punto di arresto della sessualità, sarà nella soluzione che ognuno, uno per uno inventerà per supplire a questo buco, una possibile libertà del soggetto. La via, unica e sola, è quella della pratica della psicoanalisi, quella pratica che si inoltra lì dove la libertà sconfina nell’angoscia, per fare buon uso dell’amore, congiungendo in una stessa regola, per un tratto, analizzante ed analista. Non sarà, però, l’algoritmo generalizzato a risollevare le sorti di ogni essere parlante, sebbene Lacan abbia fatto largo uso degli strumenti della matematica moderna, ma la possibilità di camminare sul filo teso dell’impossibile per uscire dall’angoscia e farsi guidare dalla poesia dell’amore, riscoperto come operatore di inversione dell’energia che questo buco nero sprigiona, commutatore tra il visibile e l’invisibile. È questa la strategia che illumina la ricerca di Marco Focchi, è questo l’ancoraggio della libertà da sfruttare per non cadere tutti nell’oscurantismo del pensiero unico e per smarcare la psicoanalisi dallo scientismo dell’epoca moderna che, nel diffondere credenza nell’immortalità, finisce per seminare morte. <<Quello che conta non è l’oggettività della scienza, ma la volontà di credere alle parole dell’altro, quello che Lacan definisce credere non nella donna, ma a una donna, cioè alle sue parole per poter fare di lei un sintomo, quel supplemento che viene a compensare la perdita di godimento del corpo, quando il corpo è umanizzato dal linguaggio>>. Si sviluppano, a partire da qui, tre <<Variazioni su tema>>, una trilogia di Variazioni per tre temi portanti di tutto il testo: Inconscio, sessualità e psicosi. Dai primi due temi, si ricavano sei Variazioni, dal tema della psicosi se ne elaborano altre tre. Possiamo scrivere così, anche un algoritmo per il testo: 6 anni, 1 Overture, 1 trilogia, 6 Variazioni sul tema dell’inconscio, 6 Variazioni sul tema della sessualità comprensive di considerazioni sulla clinica della modernità, 3 Variazioni sul tema della psicosi, che includono gli aspetti più innovativi riguardo alla depatologizzazione, alla psicosi ordinaria nel mondo contemporaneo, al nuovo statuto del Nome del Padre. Prese le distanze dalle soluzioni mediche e dall’approccio della ricerca che ricalca l’esperienza comportamentista pavloviana nell’uso del modello animale, l’inconscio appare dal linguaggio, dalla combinatoria dei significanti, dalla scrittura e dal disegno dei bambini; prende corpo emergendo come obiezione del soggetto alla scienza ed al capitalismo, levandosi dal disagio contemporaneo come nuova domanda; si eleva verso nuove concezioni, aleggiando tra il nuovo e l’antico per portare aria nuova, nuove prassi. La sessualità, disancorata dallo scoglio che aveva fermato Freud, procede per la decostruzione dell’omosessualità freudiana e per le vicissitudini dell’identità di genere, attraversa le polemiche del femminismo per decretare la fine dell’ideologia delle classificazioni ed approdare alla scelta singolare del soggetto. L’adolescenza, infine, presa nell’intervallo temporale, diventa nuova contingenza e ri-vela l’impossibile del rapporto, anticipando, rabbiosa, l’apertura verso un nuovo mondo, possibile, con i suoi segreti o le sue sublimazioni. La psicosi, infine, quel terreno un tempo proibito, apre le porte al dissimile, prendendo le mosse dal Dio malizioso di Einstein, passando poi al Dio dell’azzardo e del caso di Hawkins, al Dio malevolo di Schreber. La partitura, che scorre leggera, non implode ma si sventaglia ed il testo si lascia leggere con estrema facilità, aprendo a ricchi sviluppi e considerazioni di pregio. Il libro, è un inno alla singolarità, dunque, che si sviluppa in tante direzioni, senza perdere di vista mai la dimensione etica della pratica clinica, dopo aver passato al setaccio i resti dell’eredità del passato ben filtrati dall’insegnamento di J. Lacan. Si tratta di un testo stimolante e creativo, diretto ed appassionato, una guida per chiunque voglia addentrarsi nella psicoanalisi: da studente, da analista o da analizzante o, semplicemente, da lettore.
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Luglio 2025
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