![]() Stéphanie Lavigne La psicoanalisi è nata dalla scienza, ne è una conseguenza. Se Sigmund Freud auspicava che "fosse inclusa tra le scienze" [1], era perché aveva plasmato e illuminato l’inconscio a partire da una sovversione del discorso neurologico. È stato necessario per lui capire ciò che è precluso nella scienza, ovvero una "verità supposta agire": la "verità come causa" [2], così chiamata da Lacan nel 1965. In che modo sono annodate scienza e psicoanalisi? Questa domanda attraversa tutto l'insegnamento di Lacan, ma coglierò questo nodo a partire dalla trasmissione della psicoanalisi. Lacan rispondeva forse a questa domanda quando, nel 1971, all'ospedale Saint-Anne, si chiedeva quale posto debba avere lo psicoanalista: «La questione è di sapere cosa la scienza – che la psicoanalisi, ora come al tempo di Freud, può solo accompagnare – può raggiungere di quel che rientra nel termine del reale» [3]. Per lui si tratta allora di indicare il sapere dell'impotenza di fronte al reale che lo psicoanalista può trasmettere. Lacan descrive la psicoanalisi dapprima come rifiuto della scienza, poi come rifiuto dell'umanità: “il sapere scientifico ha trasmesso un desiderio inaudito ai rifiuti della dotta ignoranza" [4] - questo desiderio è quello dello psicoanalista. Voleva “che un approccio di tipo scientifico fosse efficace in psicoanalisi" [5]. Con Jacques-Alain Miller, comprendiamo che se "Lacan ha potuto dire che [la] passe [è] un fallimento" lo è di fronte alle esigenze scientifiche, e più precisamente rispetto alla trasmissione dei suoi risultati [6]. Come si possono trasmettere risultati che non siano relativi a dei numeri, ma a una logica lacaniana? Dal lato della scienza, «c'è del sapere nel reale», è la scienza di Galileo dove l'essere stesso è matematico [7] e dal lato della psicoanalisi, non c'è rapporto sessuale. Nella "Nota italiana", Lacan oppone l'assioma della scienza a quello della psicoanalisi: «L'inconscio, anche se lo qualifichiamo come sapere, non è sapere nel reale» [8], precisando che la psicoanalisi «ospita un altro sapere, in un altro luogo» [9]. Tuttavia, il «c'è» e il «non c'è» si rispondono. Nel 1973, Lacan rimane fermo nella sua ambizione, proponendo che la psicoanalisi si porrebbe sullo stesso piano della scienza dimostrando che è impossibile scrivere la relazione tra i sessi [10]. Non può più essere letta; o si scrive o non si scrive. Per raggiungere questo obiettivo, è passato da un “lasciare parlare la verità” formula che si opponeva alla scienza, all’inconscio sapere , attraverso lo scritto: “non c’è rapporto sessuale” che non cessa di non scriversi. È un punto d’appoggio nella forma logica del sapere scientifico. Inoltre, seguendo J.-A. Miller, la dimostrazione di una fine d'analisi potrebbe essere "un delirio cantoriano [...] capace di raggiungere un sapere che sembra in attesa nel reale" [12]. Tra annodare e snodare, il discorso analitico continua oggi a rispondere e a interpretare il discorso della scienza. Traduzione di Micol Martinez Fonte: Hebdo Blog, 3 dicembre 2023
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