Conferenza tenuta il 29 novembre a Milano presso l'Istituto freudiano, per la rassegna I venerdì milanesi di psicoanalisi e politica Laurent Dupont Che cosa vuol dire “essere se stessi”? Dire “io sono” è già un enigma. Per esempio, dopo gli attentati di Charlie Hebdo in Francia, milioni di persone sono scesi in strada con i cartelli: Io sono Charlie. Erano davvero «Charlie»? In che cosa si sentivano Charlie? Prima, c’era stato il famoso: «Ich bin ein Berliner » pronunciato da John Fitzgerald Kennedy a Berlino durante la guerra fredda. Ovviamente, lui non era né tedesco né berlinese. Che cosa voleva dire, che cosa intendeva con Ich bin ein Berliner ? C’è un effetto iceberg: “io sono” non è che la punta dell’iceberg. Quanto valgono quindi questi «io sono»? Cosa siamo veramente? Io sono non è una certezza. È una parola, un significante che ci rappresenta in un dato momento. Ciò che Lacan ha definito con: il significante rappresenta il soggetto per un altro significante. E che lui scrive: S1–S2.
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