Nel corso introduttivo della Sezione Clinica di Bruxelles, Gil Caroz ha affrontato le questioni dell’atto. La prima riguarda la concezione generale, dell'atto in psicoanalisi. La seconda concerne ciò che Lacan dice dell'atto psicoanalitico relativamente alla fine di una cura. Di seguito presentiamo alcuni estratti scelti da Sophie Boucquey, partecipante alla Sezione Clinica di Bruxelles. Gli Caroz L’atto è innanzitutto un superamento, o una trasgressione. È anche un modo di cominciare, un nuovo inizio, è creatore. Ogni atto è in qualche modo un atto di nascita, o un colpo di stato. Quel che viene dopo non è più come quel che c’era prima. L’atto, infine, viene giudicato dalle sue conseguenze e non dalle sue intenzioni. Come analisti, diffidiamo delle intenzioni e maggior ragione quando sono buone. Lo psicoanalista non crede davvero alle buone intenzioni; ciò che conta è comunque il risultato dell'atto.
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www.amazon.it/Linconscio-algoritmico-lamore-Marco-Focchi/dp/8893144530 In tutte le librerie e acquistabile online Gli algoritmi hanno completamente pervaso la nostra vita. Se vogliamo raggiungere una località sconosciuta non andiamo più a consultare l’Atlante, inseriamo le coordinate nel navigatore dell’auto e ci lasciamo guidare nel percorso meccanicamente calcolato. Sappiamo che se acquistiamo un libro su Amazon l’algoritmo ha già indovinato i nostri gusti per proporci gli acquisti successivi. Le reti sociali suggeriscono amici e pubblicità basati sui nostri interessi. Gli algoritmi valutano i rischi nei nostri investimenti finanziari, entrano nella gestione della nostra salute analizzando grandi quantità di dati per formulare diagnosi e suggerire trattamenti, nell’educazione personalizzano i percorsi di apprendimento in base ai progressi e alle esigenze degli studenti. Naturalmente la neutralità di queste procedure è solo apparente, perché quando l’algoritmo diventa una forma di controllo rendendo le persone al lavoro schiave di ritmi forsennati, o a rischio licenziamento per insufficiente produttività, vediamo bene chi tiene il manico del coltello. La psicoanalisi però non è succube del determinismo. Pur essendo nata nel momento di grande fioritura del positivismo, non ha tuttavia mai considerato che l’uomo fosse schiacciato e annullato nel funzionamento dei meccanismi. Al fondo dell’esperienza psicoanalitica c'è sempre una scelta, il che vuol dire che in ultima istanza la psicoanalisi è un’esperienza etica e di liberazione. (Dalla prefazione del libro) |
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Ottobre 2024
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